CRISTIANO TASSINARI Heads
dal 06 novembre 2006 al 30 novembre 2006
Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano
Cristiano Tassinari, nato nel 1980, e' laureando all'Accademia delle Belle Arti di Bologna e oltre a numerosi inviti a mostre e testi critici ha vinto quattro primi premi ed e' stato tra i tre artisti prescelti a Forli' a presentare un'opera commemorativa di Marco Palmezzano.Molti se e ma e pensieri si potrebbero fare sulla pittura contemporanea, e' piu' giusto invece lasciare la memoria intrisa e impastata di testimonianze visive e poetiche, permettendo una migliore lettura dei lavori di Cristiano Tassinari. Corre nella sua pittura l'urgenza di raccontare e raccontarsi attraverso i caratteri corporeo-figurali che causticamente determinano la condizione basica dell'uomo. E la precipua appartenenza di se' che ci riconduce alle formulate e calibrate pose del corpo: teste, membra, articolazioni che, esfoliate dalle loro apparenti sembianze, ci rimandano in un'atmosfera complessa, in continua trasformazione. La forma richiama se' stessa, cerca di costruirsi nel ductus pittorico, materico e liquido, e tenta una via di separazione tra l'autore e il corpo dell'immagine. Tra i temi cari a Tassinari vi e' la testa che si inscena dentro lo spazio infuocato dell'esistenza. Si comprime per non essere giudicata, si rapprende in sostanza pura, quasi fosse un organo, per nascondere la propria incapacita' di appartenere ad una dimensione "morale" che pietosa mente dovrebbe non essere predisposta al pregiudizio e alla non accettazione del diverso, dell'estraneo. Scatta cosi' un meccanismo "aggressivo" che consente di pervadere le strutture della forma di cui Tassinari, con perizia tecnica ed emotiva, ci fa perdere le coordinate, solleticando il movimento plastico che e' insito nella verita' dei soggetti. E curioso constatare nelle sue opere la dialettica esistente tra il rigo re geometrico delle parti, ludicamente composte, e la sostanza pittorica sciolta in una terragna e pervasiva fisicita'. Nella costruzione cromatica delle sue figure l'esperienza tonale e quella grafica si intrecciano, quasi a comporre due momenti antitetici, dando adito al senso del non finito, frattura antologica che nel gesto interrotto si potenzia. Questa e' la realta' coinvolgente della posizione estetica di Cristiano Tassinari. Lo vedo come Essere che non pensa piu' all'uomo nella sua integrita' e centralita', in una apparente armonia, che invece e' alterata dai "festosi" e "grotteschi" grafismi dove si adagia il sogno utopico, sempre affascinante, di un nuovo Umanesimo.
Enrico Maria Davoli