FILIPPO NOTO CAMPANELLA
dal 07 giugno 1988 al 30 giugno 1988
Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano
Filippo Noto Campanella è nato nel 1939 a Milano, dove vive e lavora. Specialista neurologo e libero docente in psichiatria, autore di più che un centinaio di pubblicazioni di alto valore scientifico e letterario (ha pubblicato anche, con successo, racconti e romanzi), dopo l’abbandono della direzione psichiatrica dell’Ospedale di Novara (dove operava in qualità di primario), ha potuto più liberamente dedicarsi a tempo pieno ad una sua incoercibile passione (già manifestatasi fin dall’adolescenza) per una attiva partecipazione al mondo dell’arte. A sedici anni, infatti, aveva dato validi segni di concreta espressione materiale e profondamente immaginativa nel disegno e nella pittura. Né gli era estranea l’applicazione ad una sicura e stilisticamente raffinata vocazione letteraria, più tardi esplosa nella pubblicazione di opere di narrativa e di romanzi di forte impatto e intrico di natura sottilmente psicologica. Entrato nello stesso tempo nel campo della pittura, questa sua genialità multiforme ha potuto dare la stura a una serie di opere di piena maturità tecnica e di notevole valore artistico. Si tratta di opere che sentono di essere uscite dall’oscuro e dinamico mondo delle emozioni dell’inconscio, di quel mondo dell’inconscio tanto appassionatamente studiato, scientificamente approfondito, attentamente vissuto che, in anni recenti, Matte Blanco aveva definito operante in base a “una biologica di insiemi infiniti”. In questo difficile mondo, Noto Campanella ha affrontato ed è riuscito a esprimere le immagini che - tra vita e morte - offrono le contorsioni dell’esistenza umana, si agitano tra terrificanti fantasmi di primordiali paure e cristalline logiche del pensiero.
Allora, i colori si incendiano nel rosso fiammante rosso-sangue che già aveva usato l’espressionismo tragico del norvegese Edward Munch. Espressionismo, dunque, del suo colore e dei suoi modi strutturali si nutre la pittura di Noto Campanella.
Lo psichiatra, che si era imbevuto di Sartre come dello sfondo esistenzialista di Biswanger, non solo, ma che aveva a sua volta fissato le sue ricerche scientifiche in pratiche e testi di “Psicanalisi esistenzialista” non poteva non portare, nella sua pittura, un mondo originalmente e fortemente espressionista di alto valore artistico ed emotivo. Come Van Gogh in una sua lettera, avrebbe potuto scrivere a proposito della propria pittura: “esprimere col rosso e col verde le terribili passioni umane”. Ne avrebbe avuto il diritto.