FRANCESCO PIGNATELLI

FRANCESCO PIGNATELLI

dal 24 giugno 1999 al 18 luglio 1999

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

 

Francesco Pignatelli è nato nel gennaio 1971 a Milano.
Nei primi anni ‘90 vive e lavora a Londra dove comincia ad usare la fotografia in maniera sperimentale.
Dal 1999, con la serie Telling Portraits, realizza sequenze finalizzate a scandagliare dimensioni psicologiche di alcuni personaggi illustri, fra cui Nagisa Oshima, Wim Wenders, Peter Greenaway, Duane Michals, Takeshi Kitano e Robert Wilson.
Con queste essenziali immagini in bianco e nero offre nuovi e inediti punti di vista su alcuni grandi maestri del cinema, del teatro e della fotografia.
Nel 2002 si avvicina alle città ribaltandone completamente la visione con la serie Reversed Cities.
Gli scorci urbani subiscono un particolare processo di stampa in negativo così da creare una trasfigurazione cromatica che sospende le immagini in una dimensione metafisica, dove si perde la cognizione del tempo e della memoria. Sono frequenti nel lavoro di Pignatelli connessioni e riferimenti con altre forme d’arte come il cinema, la scultura e la pittura.
Nel 2004 rende omaggio al rapporto fra quest’ultima e la fotografia realizzando Reversed Renaissance, un lavoro dove l’artista riporta alcuni dei capolavori rinascimentali ad una esperienza fotografica, restituendo, così, una certa spontaneità all’antico grazie ad una operazione di riattualizzazione del passato.
Con il lavoro Fragile, invece, la carta fotografica non è più solo supporto dell’immagine ma diventa parte integrante dell’immagine stessa. Questo processo avviene grazie ad una manipolazione plastica che trasforma la fotografia in scultura: una volta stampata l’immagine su grandi superifici, l’artista interviene manualmente ad accartocciarla, ad aggredirla si potrebbe dire, per dare alla materia il risalto plastico necessario a rafforzare la drammaticità della scena. Questo infierire sulla carta fotografica e quindi sull’immagine diventa un modo nuovo di “ mettere al mondo il mondo”.
La poetica della sua opera è in antitesi con la natura stessa della fotografia, infatti, mentre lo scatto nasce come dispositivo della memoria, Pignatelli usa la fotografia per cancellare i ricordi. Le sue immagini sono attuali se non addirittura rivolte al futuro. Quando guardano al passato è solo per tentare di rigenerarlo verso una prospettiva contemporanea che si autoaggiorna costantemente senza alcun intervento, perché le immagini di Pignatelli sono immagini senza tempo.
Tra il 1999 e il 2008 realizza installazioni in gallerie e spazi pubblici a Torino, Milano, Roma, Venezia, Colonia, Strasburgo, Bonn, Parigi e Toronto.
Vive e lavora a Milano.

L’artista milanese, il cui lavoro si e' affermato su scala internazionale, e' partito dalla macchina fotografica (ha partecipato anche a photo-session di gruppi musicali pubblicati poi su Rolling Stones ed Esquire) per approdare, passando attraverso - ad esempio - l’utilizzo di un singolare processo di stampe dal negativo, a una dimensione inedita pittorica. Ne e' risultato Reversed Renaissance, un lavoro splendidamente definito da Kyoko Jimbo - curatore del Tokyo Museum oh Photography - nel prezioso catalogo che accompagna la mostra di Venezia.


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