GIANCARLO SANGREGORIO Disegni & Sculture dal 1994 al 2002

GIANCARLO SANGREGORIO Disegni & Sculture dal 1994 al 2002

dal 06 giugno 2002 al 23 giugno 2002

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

Nasce a Milano nel 1925.Comincia da autodidatta a scolpire opere in pietra, affascinato dalla materia delle cave dell’Ossola, dove trascorre lunghi periodi. Terminati gli studi classici, frequenta i corsi di scultura all’Accademia di Brera a Milano. Di quel periodo sono le sue prime importanti mostre di gruppo nelle principali città italiane.
Dal 1950 al 1958 soggiorna sovente in Versilia: lavora il marmo delle Apuane e modella figure e ceramiche nelle fornaci di Viareggio. Intraprende lunghi viaggi all’estero, in particolare a Parigi, dove ha uno studio.
Intensifica i viaggi di informazione e contatto con artisti e gallerie in diverse nazioni, segue con interesse le proposte dell’arte informale, ma non è collocabile nel clima del momento e si distingue dagli artisti cresciuti con lui non accettando mai regole e mode solo per assecondare le aspettative di una certa critica. E’ del 1952 la sua prima personale a Milano. Da allora è presente alle più significative manifestazioni d’arte internazionali.

Ha esposto in Francia, ex–Jugoslavia, Israele, Belgio, Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Messico, Argentina e in Italia nelle maggiori città d’arte. L’interesse per le arti primitive, lo avvicina all’Africa dei Dogon e proprio in Mali viene a contatto con la realtà primordiale delle maschere e assiste alla lavorazione, avvalendosi in seguito di un aiutante Senufo nel suo studio di Sesto Calende. Dopo aver conosciuto il mondo terreno dell’Africa, inizia un viaggio in Oceania che lo porta lungo il corso del fiume Sepik ad avvicinarsi ai lavori degli scultori della Nuova Guinea.
Le opere di Giancarlo Sangregorio sono custodite in raccolte private e pubbliche italiane ed estere; numerosi anche i monumenti in diverse città europee. Frequenta le Fornaci di Cunardo e quelle dei Mazzotti ad Albisola. Convinto sostenitore dell’idea che l’arte sia un avvenimento e non una categoria, ha sempre evitato la sterile autoriflessività formalistica, sottraendosi alla ripetitività. Tutta la sua produzione non segue una logica consequenzialità, ma ha in sé il senso dell’andare oltre; l’intenzione non è solo quella di scolpire, nel senso che spaccare la pietra significa andare oltre la pietra, così come bruciare il legno diventa un gesto animista volto a restituire al legno stesso la sua vita segreta. L’artista resta al di fuori del processo che si sviluppa, lo rende possibile, ma non lo determina.
E’ lui stesso il tramite o medium tra la realtà e il momento. Anche i lavori considerati parte del repertorio parallelo, sfuggono alla definizione di scultura tradizionale e ne mettono in discussione l’idea e la possibilità stessa di esistere. I criteri abituali di orientamento sono divelti; ogni scelta di G. S. è un evento che apre altre prospettive, dagli elementi plastici in gommapiuma, alle pitture rupestri materializzate tra le rocce, all’esperimento della pietra levitante, ai carboni e ai legni bruciati, al vetro che sublima la materia e libera dal peso, agli ultimi feltri che conservano l’essenza vitale dell’animale….  

Il discorso sui feltri si collega ad approfondimenti dell’artista sull’unità di origine dei popoli indoeuropei, tali da condurlo intorno agli anni Settanta lungo le rotte della “via della seta”,attraverso Kirghizistan e Uzbekistan, passando per Samarcanda e Bukhara. Significativa anche la ricerca sulle Impronte, esposte alla Fondazione Mudima di Milano nel 1994, con pubblicazione di un libro introdotto da E. Baj e R. Sanesi ; altra recente documentazione è contenuta in Geomantica, edito nel 2003, con poesie di F. Marcellini. Un raro scritto dell’artista del 1979 “Dove sta di casa la scultura” riassume alcuni punti fondamentali del suo pensiero. Giancarlo Sangregorio vive e lavora a Sesto Calende.

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