MASSIMO PETRINI Lavori in corso
dal 08 gennaio 2009 al 28 gennaio 2009
Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano
Undici milioni di metri quadrati di superficie, oltre cento metri di altezza, tremiladuecento statue, centinaia di fregi, milioni di visitatori... Il Duomo di Milano, quarta più grande cattedrale della cristianità, si staglia al centro di una grande metropoli che da millenni rappresenta uno dei fulcri più fecondi della fede e della conoscenza. Capolavoro del gotico, da seicento anni è una fabbrica perennemente al lavoro, una costruzione infinita su cui si sono cimentati grandi architetti e grandi artisti nel tentativo di testimoniare sulla pietra la Parola scritta nella Bibbia. Nel solco della tradizione dell’arte sacra, il Duomo dispiega davanti ai visitatori, attraverso una moltitudine di immagini, i racconti della Bibbia: un tempo gli uomini non sapevano leggere ma sapevano interpretare e capire; ora davanti a noi le antiche pietre non parlano più. Quel che appare è un manufatto imponente. Ma muto. Ridare voce a quelle pietre è il senso più profondo del progetto “La rivelazione del colore nel Duomo di Milano” di Massimo Petrini: riportare alla vita e svelare il lato nascosto nei marmi della facciata. Con la consapevolezza che per “vivere” i luoghi e le opere del sacro è indispensabile “saper vedere oltre”, guidare coloro che osservano attraverso un cammino che dalla materia inanimata li possa condurre verso un’idea della trascendenza. Un percorso di conoscenza che Massimo Petrini realizza utilizzando lo straordinario strumento del colore. Solo grazie al colore, infatti, i corpi umani scolpiti nel bianco fulgore del marmo assumono la consistenza della carne (guardate con attenzione: gli occhi che vedrete sono veri, di uomini e donne di oggi), i tessuti degli abiti riacquistano la vivacità dei pigmenti antichi, la natura può esprimersi con forza evocativa.
Con il colore la solennità del marmo si stempera in una rappresentazione che avvicina l’uomo di oggi alle storie bibliche per ricreare una comunione in una dimensione più alta. E, ancora: con il colore le decorazioni diventano altrettante finestre di uno spazio libero, dietro di loro si apre il cielo, quella luce tanto cara ai maestri del gotico. Nel progetto di Massimo Petrini antico e moderno convivono continuamente. Massimo Petrini utilizza le tecnologie digitali per “restaurare” statue e fregi compromessi, per liberare la pietra dalla sua fissità, rivelare con il colore la trascendenza del racconto. Ma antico e moderno si incontrano anche nel momento della lavorazione materiale: Massimo Petrini artista digitale è come l’artigiano dei secoli passati, impegnato nella sua bottega attorno al Duomo. Come allora anche oggi un lavoro che richiede senso scenico, esperta manualità, infinita pazienza.
Nato a Milano il 24 febbraio del 1948 e fortemente legato a Siena per ramo materno, contradaiolo della Chiocciola. Frequenta in gioventù il corso artistico “Gli artefici di Brera” dove fa amicizia con Davide Boriani, uno dei cinque fondatori del GruppoT (Arte Cinetica), e con Giovanni Ricci, memoria visiva dei movimenti artistici dagli anni 60 in avanti. Negli stessi anni apre uno studio di grafica e fotografia a Milano, in via Mercato, con Gabriele Basilico e Raffaele Favero. Si avvicina quindi al mondo della pubblicità dove ben presto diventa Art Director. Apre una sua agenzia e disegna per la società Kores la cucitrice a punti metallici Korinna premiata con la medaglia d’argento al Salone delle Invenzioni e NuoveTecniche di Ginevra. Nel 1977 fonda la IT InternationalTeam con sedi a Milano, NewYork e Parigi, società specializzata nella creazione e distribuzione di giochi da tavolo, e con la quale lancia in Europa i giochi di ruolo. Nell’ambito di questa esperienza riceve importanti riconoscimenti: - esposizione permanente di un proprio gioco, Free Game, al Museo d’Arti Decorative di Parigi; - selezione per il XII Compasso d’Oro per il gioco Norge ed esposizione alla Triennale di Milano, alla Fiera del Levante e, al seguito del viaggio in Oriente del Presidente Sandro Pertini, a Osaka e Pechino; - premio della critica tedesca per il più bel gioco dell’anno: Ra. Dalla fine degli anni Novanta la sua ricerca si sposta sempre di più verso quella che è sempre stata la sua grande passione: l’arte.