"Scrivere è un po’ come morire, ma il disegno può diventare parola quando la composizione è così alata così spettacolare, come quella del nostro amico Nico de Sanctis qui presente. Ci sono parentele filiali con il Creatore.
Un mio amico medico, che mi salvò la vita in manicomio, diceva pieno di carità e di dolcezza…diceva che i poeti e gli artisti sono nipoti di Dio, che tentano di spiegare il principio e la fine della creazione.
Il poeta non vuole morire, vuole lasciare una traccia del proprio naturale eroismo.
Forse non vuole niente, ma ad un certo punto tace e si esprime con quei valori intensi che sono la nemesi del suo intelletto.
Non ho parole per queste mirabili composizioni, ma diciamo che la vita è diventata per l’uomo artista una specie di malaffare, nel senso che viene guardato con invidia e malanimo, dimenticando che i doni di Dio non si possono rubare e devono essere restituiti a Lui ed a nessun altro.
Grazie a Dio queste composizioni danno gioia, ma c’è qualcosa di brutto nell’anima.
Può accadere che il poeta e l’artista non scrivano più...
Queste composizioni parlano di felicità.
Vorrei che sempre l’artista potesse comunicare questa verità e poter dimenticare che la vita è soltanto gioia e mai un rumore da nulla"
Incontro con Alda Merini, Milano 20 giugno 2009
Nico de Sanctis nasce il 6 marzo 1950. Esordisce nel campo dell’arte con studi specifici condotti all’Accademia di Padova e Venezia con insegnanti illustri (Munari, Vedova...) ed ha sempre affrontato tematiche complesse legate alla mitologia ed al mondo della favola. A tal fine ha approfondito lo studio e l’applicazione di tecniche e materiali particolari, portando il linguaggio artistico ad estreme possibilità. Le sue prime mostre sono a Milano, Verona, Firenze... La sua maturità artistica lo porta all’estero in varie Nazioni dove continua il suo rapporto creativo. Attualmente vive e lavora a Rivolta D’Adda (Cr).