CHRISTIAN ZUCCONI Scultura 1997-2002

CHRISTIAN ZUCCONI Scultura 1997-2002

dal 05 marzo 2003 al 23 marzo 2003

Libreria Bocca - Galleria Vittorio Emanuele II 12, 20121 Milano

Christian Zucconi nasce il 12 gennaio del 1978 a Piacenza. Fin da giovanissimo sviluppa una chiara attitudine a plasmare forme con i materiali che ha a disposizione, come la cera ricavata dalle candele, e capisce presto di voler essere uno scultore vero, capace di far sì che le sue opere parlino a chi le osserva. Il suo primo incontro con la scultura, a sei anni, è con un ritratto dallo sguardo schivo ma dolcissimo: "Il fauno" di Michelangelo Buonarroti. Zucconi terrà come riferimento costante il sommo artista rinascimentale tanto da considerarlo un vero e proprio maestro. Si farà anche accompagnare dai genitori dove è custodita l'opera michelangiolesca a lui più vicina: la Pietà Rondanini, a Milano, al Castello Sforzesco, Museo d'Arte Antica. Era il 1984. 

Cinque anni dopo la madre in estate lo porta dallo scultore piacentino Paolo Perotti, che, divertito, lo accetta in studio per consentirgli di osservare da vicino il lavoro e di dare qualche scalpellata. Tra l'anziano scultore e il giovanissimo apprendista si crea un rapporto d'affetto e reciproca stima che dura tuttora. Perotti consiglia alla famiglia di Christian di portarlo in un laboratorio di sua conoscenza a Carrara, là dove Michelangelo andava a scegliere i blocchi e lavorava. Zucconi, dodicenne, si trasferisce a Luni con la famiglia e comincia il suo rapporto con il Laboratorio Corsanini, dove con la sua caparbietà conquista il cuore degli operai. 
Fino al 1996 per Christian si susseguono regolarmente le stagioni: l'estate a Carrara tra gli amici del Laboratorio Corsanini e il resto dell'anno a Piacenza, tra il Liceo Artistico "Cassinari" e l'Istituto d'Arte "Gazzola", dove l'insegnante di scultura è l'amico Paolo Perotti. Sono anni di totale applicazione, alla ricerca di quel linguaggio che ancora il giovane scultore non sente completamente suo. Si diploma nello stesso tempo al "Cassinari" e al "Gazzola" col massimo dei voti. 

Decide, nonostante le sollecitazioni della famiglia e degli amici, di non proseguire con il percorso accademico. Si sente pronto ad aprire il suo primo laboratorio di scultura. Era il 1996. I primi anni sono durissimi e Zucconi lavora come prestatore d'opera da qualunque marmista lo chiami, ma la maggior parte del tempo la passa nell'azienda di Francesco Perotti, fratello di Paolo, bocciardando vasconi in pietra e imbancalando davanzali. 

La sera, finito il lavoro che gli permette di sopravvivere, si chiude in uno sgabuzzino che il prozio don Agostino gli ha ricavato nella canonica di Campremoldo Sotto: la stanza misura 2,5 metri per 3 e nella parete di fronte c'è una piccola finestra che non si apre. In questa stanza, nel giro di due anni nascono opere come Cristo bianco, Io sono bella, Auto da fe' e Sogni altrove

Grazie al sostegno di Piero Molinari nel 1998 organizza la sua prima personale: "Marmo e figura", Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza. Assieme a Molinari, Zucconi definisce una linea di condotta artistica e un'etica del lavoro che lo scultore persegue tuttora. Assieme a lui studia profondamente il proprio linguaggio, sondandone dapprima i motivi interiori e poi quelli tecnici per renderlo sempre più personale e autonomo, mettendone alla prova le potenzialità espressive e semantiche, ancora molto influenzate da Michelangelo e perciò ancora acerbe. Purtroppo, fisicamente questo fruttuoso sodalizio finisce nel 2000 con la prematura scomparsa di Molinari. 

In questo periodo Christian si trasferisce nella casa/studio in cui tuttora abita e lavora: un ambiente molto più ampio che gli permette di misurarsi con le grandi dimensioni, cui si sente istintivamente attratto. Lavora in taglio diretto, dando al travertino persiano, ormai assurto a "sua" pietra, quanto più spazio possibile di esprimersi naturalmente attraverso un oculato studio delle superfici. Frutto di questa ricerca sono opere come Le cose che non si possono fare, Lo sguardo degli altri, Paolo e Francesca e la raffinatissima Dormire nell'acqua, dove la ricerca della bellezza intrinseca del travertino porta ad un'opera che sembra scolpita dagli elementi naturali. 

Stefano Fugazza intuisce l'importanza e la coerenza stilistica di queste opere e affianca Zucconi in questi anni di voluto silenzio. Dopo quattro anni dalla personale in Cattolica i nuovi lavori vengono esposti negli spazi della Galleria Rosso Tiziano, ancora a Piacenza. È il vero esordio nel mondo dell'arte ma anche l'inizio di un periodo sempre più buio, di stanchezza fisica e psicologica per lo scultore: si susseguono commesse pubbliche e religiose, mostre, riconoscimenti, un'importante monografia firmata da Fugazza e da Alfonso Panzetta che racchiude i suoi primi quindici anni di lavoro, ma Zucconi sembra non ottenere alcuna gratifica interiore da tali riconoscimenti. 

Per comprendere il momento, per dare una dimensione al vuoto che sente, lo scultore aumenta le dimensioni e il peso stesso delle proprie opere fino a quella pazzia di pietra che è Legione, mastodontico gruppo di blocchi in cui ventidue figure sono condannate ad una violenta lotta con sé stesse: la scultura è un vero e proprio autoritratto che l'artista estrae dalla pietra senza nessuno studio preventivo, senza nessun bozzetto, soltanto la pietra contro di lui e lui contro la pietra. 

Tutto ciò fino alla notte del 25 dicembre 2007 nella solitudine del laboratorio, quando, osservando i mucchi di macero ricoperti di polvere rosso sangue, così simili alle macerie dentro di lui, Zucconi intuisce che le potenzialità del precetto michelangiolesco di "levare il superfluo" non sono ancora completamente sondate. Distruggere. Svuotare. Ricomporre. 

Ritrovando le aspirazioni di un tempo, lo scultore piacentino si pone una nuova sfida: "saltare d'un fiato secoli di storia, movimenti artistici e tutte le avanguardie per ricollegarsi idealmente alla lezione michelangiolesca" dandole nuova linfa e ulteriori prospettive. Dopo due anni di lavoro ininterrotto ed entusiasta, nel 2010 Zucconi torna dove tutto è cominciato: Castello Sforzesco, Museo d'Arte Antica, Sala degli Scarlioni, accanto alla Pietà Rondanini.

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